Uno dei termini più utilizzati nei contesti professionali oggi è sicuramente il credito d’imposta, nello specifico per l’industria 4.0.
Il credito d’imposta per l’acquisto di beni 4.0 2022 fa parte delle agevolazioni 4.0 e risulta essere molto conveniente per le imprese che investono in beni materiali e immateriali, in linea con il paradigma di impresa 4.0, che dalla legge finanziaria 2021 è stato ribattezzato in “Transizione 4.0” e che perdura anche dopo l’avvento della pandemia da covid 19.
In questo contesto si innesca il credito d’imposta per beni 4.0, con vantaggi che emergono molto chiari rispetto al passato e ad altre agevolazioni 4.0.
Proveremo a capire di cosa si tratta e perché il credito d’imposta per industria 4.0 è una grossa opportunità oggi per le aziende e per i professionisti.
Il credito d’imposta per industria 4.0 é un’agevolazione che, ferma restando la correttezza formale della documentazione e la corrispondenza fra normativa e investimento, viene concessa a prescindere. Non c’è rischio di esaurimento fondi, non c’è rischio legato a modalità di invio pratica. Se domanda e investimento sono corretti, l’agevolazione è automatica.
Nella praticità la maturazione di un credito d’imposta per un’azienda è considerabile molto più vantaggiosa rispetto ad altre misure (ad esempio i contributi in conto interessi), in quanto un credito d’imposta è paragonabile direttamente al contributo a fondo perduto. In questo secondo caso il denaro viene erogato, nel caso del credito, invece, il denaro viene risparmiato. Con il credito maturato l’impresa può compensare fino ad esaurimento del credito stesso tutti i debiti che si generano nei confronti dello Stato e che possono essere saldati tramite modello F24.
Fra le agevolazioni alle imprese, quindi, il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali 4.0 è in assoluto quella più vantaggiosa per proiettare, usufruendo di un contributo sostanzioso, la propria impresa verso il territorio dell’innovazione.
Quel che veniva definito come Iperammortamento è stato trasformato, per effetto della Legge di bilancio 2020 e successivamente riconfermando la formula, ma migliorandone gli estremi anche nelle finanziarie successive, nel credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali 4.0.
L’agevolazione concessa dallo Stato, nel corso degli anni ha quindi cambiato volto per quanto riguarda gli estremi dei benefici accordati alle aziende, ma è rimasta identica per quanto invece attiene alla tematica che ne ha supportato la genesi e la permanenza per diversi anni nella rosa delle agevolazioni statali alle imprese e dei contributi pubblici alle imprese.
I principali vantaggi apportati dall’evoluzione nel corso degli anni possono essere così riassunti:
- possibilità di utilizzare questo strumento anche per le aziende che non hanno “utile” (con l’iperammortamento questo non poteva accadere)
- estensione dell’opportunità anche alle imprese agricole
- allargamento della rosa dei potenziali beneficiari (utilizzabile anche per imprese in “regime dei minimi”).
In sostanza possono beneficiare dell’agevolazione 4.0 tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa.
Non solo, rispetto all’iperammortamento e al regime 2020, il nuovo credito d’imposta disegnato dalla finanziaria 2021 ha visto un aumento delle aliquote agevolabili e una diminuzione degli anni in cui l’azienda è tenuta a compensare il credito: un ammontare maggiore, quindi, e un minore tempo di incasso. Due vantaggi assoluti che accompagnato questo credito d’imposta per beni strumentali 4.0. E non è finita.
Oltre ad ampliare la platea e migliorare le caratteristiche dell’agevolazione, nel biennio il credito d’imposta per beni strumentali 4.0, è stato potenziato anche incentivando l’acquisto di software, incrementandone l’intensità per l’acquisto di beni immateriali ed eliminando il vincolo d’investimento con i beni materiali.
Questa premessa riguarda il sostegno concreto (con benefici economici riconosciuti e concessi) da parte dello Stato a quelle imprese che avviano o portano a termine percorsi di sviluppo innovativi volti a far dialogare in modo automatizzato fra loro le tre principali componenti dell’impresa: le persone, i macchinari e i sistemi informatici.
Per questo quel che era iperammortamento, e oggi è credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali 4.0, è uno dei principali strumenti volti a supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, che siano direttamente funzionali a questa trasformazione tecnologica in chiave digitale dei processi produttivi.
Per beni immateriali si intendono quei beni che rientrano nella sfera dei software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni.
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